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"L'APOSTROFO"
Narrativa di gruppo
Festival Lovecraft in P.I.A.F.
pubblicato il 2018-11-04 16:53:48
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L'AUTORE Mauro Banfi il Moscone
Utente registrato dal 2017-11-01
Visual storyteller, narratore e pensatore per immagini. Mi occupo di comunicazione tramite le immagini: con queste tecniche promuovo organizzazioni, brand, prodotti, persone, idee, movimenti. Offro consulenza e progettazione del racconto visivo per privati, aziende e multinazionali. Per contatti: zuzzurro.zuzzu@gmail.com
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Mi sono imbattuto in questo articolo su Lovecraft e il razzismo - incollo il link per chi volesse leggerlo http://www.altrianimali.it/2018/11/04/lovecraft-razzismo/.
La mia personalissima opinione è 1) sì HPL era razzista 2) sì, ai suoi tempi il razzismo era più diffuso - o forse solo diversamente manifesto rispetto a quanto accada oggi.
Credo peraltro che il suo razzismo fosse di matrice non etica, ma estetica; in altri termini HPL temeva e quindi odiava il diverso (ed egli stesso si sentiva un diverso) perchè "sporcava" un suo ideale di mondo che aveva una vaga parentela con il passato coloniale oppure l'antichità classica, ma sopratutto si connotava per essere radicalmente e irriducibilmente antimoderno. Come altri, insomma, HPL si comprende meglio se lo si legge soffermandosi sulle sue avversioni, piuttosto che sulle sue preferenze.
D'altra parte, tutto Lovecraft può essere letto in termini di contraddizioni. di proposizioni teoriche smentite o da altre proposizioni teoriche ovvero dalla vita pratica.
La prima e più evidente contraddizione è che egli diceva di sè di essere ateo, materialista e razionalista, ma scriveva da e come se fosse un mitografo (e a mio parere fu questa la ragione del suo perenne senso di inadeguatezza come scrittore - a parte evidentemente il fatto di non essere assimilabile e assimilato al mondo editoriale contemporaneo).
Lascio perdere altre contraddizioni, quali la sua avversione - di razionalista?! - per il positivismo vittoriano, a cominiciare dall'interpretazione freudiana dei sogni, i quali erano la sua principale fonte di ispiraizone (tanto è vero che chiamava Freud "il ciarlatano di Vienna) e passo alla "questione della razza", oggetto specifico dell'articolo.
HPL ebbe amici ebrei e omosessuali e sposò un'ebrea russa immigrata (e madre e vedova). L'articolo evidenzia il fatto che il matrimonio durò due anni e che i due si separarono... ma forse è anche il caso si soffermarsi sulla ragione. A quanto pare, non accadde per ragioni economiche - era Sonia a mandare avanti la baracca familiare: Lovecraft guadagnava pochissimo - nè per questioni razziali e, a ben vedere, forse neppure per ragioni sentimentali. HPL, semplicemente, preferì alla moglie il New England, con la sua estetica idealizzata (anche se quasi sicuramente avvertiva che era mera illusione, come nelle sue storie, nelle quali orrori inimmaginabili si aggirano sotto la tranquillità quasi biedermeier della vetusta e venerabile Arkham) . Sonia doveva trasferirsi a Chicago per lavoro, e lui, che a malapena aveva sopportato New York, non la seguì - così come rifiutò un incarico editoriale presso la redazione di Weird Tales perchè avrebbe signficato andare nel Midwest.
Insomma, l'ideale estetico ebbe la meglio sul legame matrimoniale. Dopotutto, parliamo di uomo sulla cui tomba c'è scritto "I am Providence".
Può apparire strano e contraddittorio, al limite della malattia mentale, ma - e anche questa è solo una mia opinione - forse meno di quanto sembri. Penso che sia capitato a tutti di imbattersi in persone che, a parole, si dicono xenofobi (se non addirittura razzisti), ma quando fai loro notare che hanno una badante dell'est, o flippina, o sudamericana, o che sono assidui frequentatori di una pizzeria egiziana o di ristoranti cinesi rispondono "ah, ma è diverso". E che cosa è diverso? probabilmente il fatto che conoscono di persona quegli appartenenti a etnie che altrimenti dicono nemiche.
E' possibile che HPL (come molti altri - e senza che siano scrittori) non abbia sviluppato un sufficiente grado di prossimità col mondo in generale da consentirgli a valutare certe sue posizioni in modo differente. Diamo un'occhiata a questa foto.
Lui appare senza dubbio un po' impacciato, un po' rigido, mentre lei è senza dubbio più disinvolta: è lei che abbraccia lui e lui "le tiene dietro" , ma, tutto sommato, la coppia sembra perfettamente normale.
Naturalmente non si può giudicare una relazione da una foto, ma fatemi ricodare anche che HPL, anche dopo la sperazione, pare abbia mentito alla moglie continuando ad asserire di aver depositato una richiesta di divorzio che in realtà non esisteva - e di fatto rendendo Sonia una bigama perchè lei si era risposata - quasi, in qualche modo, non fosse del tutto pronto, dopo anni, ad accettare la fine, anche formale e giuridica, del loro rapporto.
E allora forse il razzismo lovecraftiano può essere compreso meglio se colto nel suo lato contraddittorio e se iscritto in quel suo non riuscire a non essere (rubo il titolo a Hollebecque) "contro il mondo, contro la vita" che segnò l'intera (breve, morì a 47 anni) esistenza dello scrittore.