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"PUNTO E A CAPO" Racconto Horror / Mistery / Pulp
pubblicato il 2020-03-08 13:06:34
"Quando il silenzio
fiorisce nella casa e gli armamentari della nostra esistenza
perdono il blambanìo del valore conforme e riappaiono
come emblemi araldici".
Robert Duncan, Letters, XVII
Intorno alla Terra “sostano” microrganismi di origine spaziale, forse provenienti da comete, forse proiettati nella dimensione del sistema solare da qualche portale spaziotemporale come un buco nero.
A circa dodici chilometri di quota nell'atmosfera terrestre, dove i virus stazionano, l'aria è immobile o comunque percorsa da rade dinamiche termiche orizzontali; ma una volta all'anno, e precisamente nel periodo che va da novembre a febbraio, esattamente come le epidemie delle malattie respiratorie, nella stratosfera si crea una potente circolazione verticale, che trasferisce immense masse d'aria dai livelli superiori a quelli al di sotto dei dodici chilometri.
Prima della nuova invasione, l'esercito dei Virus attende il discorso del loro generale Mente, l'intelligenza universale che si rivela nella profonda necessità dell'attività degli invasori Virus:
"Come avviene da millenni, prima della nuova invasione, come ogni anno, vi ricordo solo in quale direzione dovete muovere la vostra materia:
regolare in modo automatico il controllo della quantità dei tracotanti umani - missione specifica - e del comportamento della biomassa planetaria - missione cosmica -.
Voi siete il motore occulto dell’evoluzione.
Siamo discesi per la prima volta su questo pianeta 570 milioni di anni fa, quando, dopo due miliardi e mezzo di forme di vita estremamente primitive - se non ricordo male -, si era verificata sul pianeta una vera e propria esplosione di forme di vita complesse.
Fu allora che scatenammo, o Virus, la prima invasione tra di loro, stimolandone l’evoluzione.
Ora, l'indebita proliferazione del mammifero chiamato presuntuosamente da se stesso "homo sapiens" sta mettendo in pericolo l'esistenza di tutta l'altra biomassa terrestre.
Ma proprio in questo momento, i sapiens hanno rinunciato alle loro tradizionali divisioni e ai loro atavici confini territoriali, per unirsi in uno strano fatto chiamato "Globalizzazione", uno stile di vitalità ancora più efficace nel distruggere la biodiversità circostante a loro.
Per questo vi ho potenziato nell'aspetto della velocità di contaminazione, per approfittare di questa loro "unione" globale nei centri commerciali; e mentre i miliardi di "sapiens" spingeranno i loro miliardi di carrelli metallici noi li attaccheremo e li spingeremo a una nuova evoluzione.
Avanti, invasori, all'attacco!"
***
Fuori dalla nostra casa regna il silenzio e a tratti, il rumore infernale - e per certi versi benedetto - delle ambulanze che trasportano nel nostro vicino ospedale i nuovi contagiati dalla zona rossa del lodigiano.
Sono appena tornato dal supermercato dove ho visto negli occhi delle persone la paura e nelle loro anime l'inferno in terra dell'angoscia.
"“Il timore è che il virus, ricombinandosi, possa infettare ancor più velocemente"... spengo la televisione, disgustato dall'eccitazione con cui il conduttore della trasmissione proferisce con enfasi le sue frasi fatte.
Sto cercando di scrivere una poesia su Plinio il Vecchio, il grande scrittore e comandante della flotta degli antichi romani.
Cerco di redimere le parole, fuori dal supermercato, dall'abbaiamento e dalla frenesia dei saccheggiatori, nel silenzio, e al posto di quelle fottutissime merci che ci danno la vita, cerco simboli, energia spirituale, mistero vitale.
Navigare necesse est, vivere non necesse («navigare è necessario, vivere non è necessario»).
Naufragium feci, bene navigavi ("Ho imparato a navigare dopo esser naufragato").
Plinio il Vecchio mette in mare una liburna, senza esitazioni, e va in aiuto della sua amica Rectina, per prima cosa, e poi vuole studiare il fenomeno dell'eruzione del Vesuvio che si sta scatenando nel golfo di Napoli...
Le sirene delle ambulanze si sono spente e il silenzio rifiorisce nella mia casa come il glicine in fiore avvinghiato alla ringhiera del balcone, come tacciono in televisione i politici populisti ciarlatani e i valori materiali della civiltà consumista senza regole e leggi e buon senso, che mi ha fregato per bene.
Mentre accarezzo le mie gatte, prendo la chitarra e suono "Il giorno di dolore che uno ha" di Ligabue.
E guardo dalla finestra, se per caso non stanno ritornando i rondoni.
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L'AUTORE Mauro Banfi il Moscone
Utente registrato dal 2017-11-01
Visual storyteller, narratore e pensatore per immagini. Mi occupo di comunicazione tramite le immagini: con queste tecniche promuovo organizzazioni, brand, prodotti, persone, idee, movimenti. Offro consulenza e progettazione del racconto visivo per privati, aziende e multinazionali. Per contatti: zuzzurro.zuzzu@gmail.com
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Mah... i virus esistono da tanto tempo ed è discusso se siano o non siano forme di vita. Alcuni, come il famigerato sars kov 19, cioè il coronavirus non hanno il dna, ma solo l'rna e quindi si comportano un po' come l'alien del cinema che si serve di un ospite per riprodursi. Il paragone non è mio, ma di Piero Angela (c'è un video, non è difficile trovarlo). Esistono comunque da tempi immemorabili e se siamo qui è perchè siamo riusciti a sopravvivere a molti di essi. Per il resto, è il solito meccanismo di lotta per la sopravvivenza. Volendo smettere di fare il virologo o l'epidemiologo, che già ce ne sono troppi in giro, mi piace trovare alcuni lati positivi in tutta questa faccenda, non necessariamente in ordine di importanza. A) il coronavirus è risultato letale per i novax e altri dementi del genere B) siamo tutti qui a chiedere alla scienza una soluzione, quindi fuori dalle scatole tutta la pseudoscienza; letale sarebbe invece lasciarsi andare a suggestioni millenaristiche o peggio: potendo scegliere, se devo beccarmi il corona meglio prendermelo nell'Occidente in cui vivo piuttosto che in una capanna amazzonica C) mi pare anche il virus abbia fatto fuori anche l'antipolitica: siamo qui a chiedere a babbo governo di fare qualcosa - e vaffa al vaffa: vogliamo le autorità: il poliziotto, il farmacista e magari pure il parroco e il sacrestano D) ha assestato un salutare scossone a certi deliri di onnipotenza pseudo tecno - scientifica E) ci ha mostrato che il mondo è uno: il virus viene dalla Cina e probabilmente contagerà il sessanta per cento dell'umanità (almeno secondo alcune proiezioni matematiche) F) allo stesso tempo ha palesato che il volemose bene baci&abbracci a tutti può non essere sempre salutare.
Vsui virus - almeno da alcune ricerche - penso di aver capito che nessuno ha un nucleo, mentre altri hanno solo l'rna e quindi non sono esseri viventi per come generalmente inteso. Sulla peste di Atene mi ha rubato le parole e vado avanti con un sommario excurus citando 2) la peste antonina dei tempi di Marco Aurelio (che influì sul destino dell'impero perchè l'unico figlio dell'imperatore a sopravvivere fu Commodo, un vero criminale cui si fa risalire una grande responsabilità nella crisi del III secolo) 3) la peste del Trecento, forse la peggiore del secondo millennio, di cui parla Boccaccio e che quasi spopolò l'Europa 4) la peste del Seicento, di cui parla Manzoni (che tutti dovremmo ricordare dai tempi di scuola) 5) la Spagnola del 1919 che fece più vittime della Grande Guerra (tra cui il mio bisnonno). Ecco, se sentiamo i nostri vecchi possiamo recuperare la memoria di questi fenomeni, e forse gestirli meglio (mia madre ricorda la Grande Influenza asiatica del 1959, ma allora già c'erano i vaccini e lei se la cavò), anzichè appiattirci sul presente (chissà se i nostri antenati avrebbero defiito il coronavirus una peste polmonare). Le epidemie sono fenomeni naturali, non morali, con cui dobbiamo convivere e ai quali non dobbiamo troppo leggermente credere d'essere superiori.